Coltivazione della vite: strategie per l’allungamento del grappolo e la riduzione dell’acinellatura

L’allungamento del rachide è una pratica agronomica che, soprattutto nelle varietà a grappolo compatto, porta ad un miglioramento quanti-qualitativo delle produzioni grazie ad un migliore e più uniforme sviluppo degli acini.

Un grappolo meno compatto permette una maggiore aerazione al suo interno diminuendo la presenza di umidità e lo sviluppo di patogeni come le muffe.

In aggiunta a ciò, un rachide più allungato favorisce la veicolazione degli elementi nutritivi e dei fotosintetati ottimizzando le fasi di fioritura ed allegagione: un migliore trasporto degli elementi nutritivi all’interno del rachide permette infatti di mantenere il polline più attivo, così da migliorare l’allegagione.

In passato, l’allungamento del rachide si otteneva attraverso l’applicazione di ormoni di sintesi che non rispettano il normale processo fisiologico della coltura andando ad intaccare la fertilità delle gemme.

COMPO EXPERT ha messo a punto una strategia per l’allungamento del rachide con l’applicazione di Basfoliar^® Size O SL, biostimolante a base di estratto concentrato di Ecklonia maxima. L’apporto di fitormoni in essa contenuti di origine naturale, come auxine e citochinine, aminoacidi, vitamine e polisaccaridi, stimola la moltiplicazione e la distensione cellulare, favorendo lo sviluppo di grappoli meno compatti.

La mancata fecondazione durante il periodo di fioritura è causa dell’acinellatura (lo sviluppo disomogeneo degli acini all'interno del grappolo); diversi fattori possono contribuire a questo fenomeno, tra cui la predisposizione genetica, gli abbassamenti di temperature durante la fase di fioritura-allegagione e la mancata traslocazione degli elementi nutritivi.

Agrilon^® Microcombi, miscela di microelementi chelati completa e bilanciata, apporta tutti gli elementi utili a prevenire le fisiopatie, come nel caso dell’acinellatura, mantenendo il polline più attivo e riducendo il numero di acini non fecondati, evitando così una riduzione della produzione o una maturazione non omogena, con conseguente raccolta di uve con disformità di grado zuccherino ed acidità che possono dare origine ad una difficile gestione dei mosti in cantina.