Il mantenimento della fertilità negli impianti e l’aumento delle performance quali-quantitative sono gli obiettivi da perseguire per annate produttive in viticoltura e frutticoltura. Per questo clima e nutrizione giocano un ruolo determinante.
Nelle diverse aree produttive italiane la stagione in corso si sta distinguendo per condizioni climatiche estreme dovute a siccità e temperature elevate, in particolare in regioni come Puglia e Sicilia, dove si è osservata un’accelerazione delle fasi fenologiche, come un marcato anticipo della maturazione, di molte colture frutticole e di varietà tardive di vite; questi alcuni esempi:
- le uve coltivate negli areali pugliesi e siculi, solitamente raccolte da metà settembre, hanno subito un anticipo pari a circa 15-20 giorni rispetto agli standard storici;
- prematura invaiatura su colture di Sangiovese nel centro Italia;
- Per alcune varietà di uva nel nord Italia gli acini non hanno parzialmente raggiunto l’acidità ricercata per effettuare una spumantizzazione ottimale.
Anche la bassa fertilità degli impianti ha portato ad un repentino sviluppo delle piante e quindi a rese per ettaro medio-basse o comunque non soddisfacenti.
A risentirne particolarmente sono state le fasi di induzione a fiore e differenziazione delle gemme miste che, dopo i lunghi periodi di ombreggiamento dell’annata precedente, insieme talvolta a concimazioni sbagliate, hanno influito sul germogliamento e sulla produzione di questa annata. Il risultato peggiore e maggiormente evidente è la scarsa uniformità nel germogliamento, con molte gemme cieche o germogli che hanno sviluppato la sola funzione vegetativa, senza produrre frutti. D’altro canto, in alcuni casi la produzione è stata ottimale in termini qualitativi, poiché la bassa resa ha favorito una migliore distribuzione delle risorse di acqua e nutrienti in fase produttiva, migliorando così le caratteristiche finali dei prodotti.
Approvvigionamento idrico per ridurre lo stress delle piante e colmare la mancanza di piogge e la siccità nelle diverse aree di produzione.
L’apporto idrico fornito alle colture è risultato più basso dei valori di evapotraspirazione; ciò ha generato fenomeni di avvizzimento e disseccamento delle parti produttive della pianta. Anche l’eccesso radiativo e luminoso ha causato alterazioni nell’accumulo degli zuccheri, scottature solari e perdita di colore dei frutti. Nei frutteti irrigui, il crearsi di un microclima dovuto all’aumento della frequenza e della quantità degli interventi irrigui, in risposta alla maggiore richiesta evapotraspirometrica, ha infine favorito l’attacco di patogeni,rendendo il prodotto più vulnerabile con condizioni di maturità anticipata e importanti ripercussioni sulla commercializzazione: nonostante le viti abbiano resistito più di altre colture, bloccando sul nascere la peronospora, si sono comunque riscontrati danni da Botrytis cinerea su uva da tavola, mosca mediterranea della frutta (Ceracistis capitata) tignoletta (Lobesia botrana) e tignola rigata (Cryptoblabes gnidiella).
La concimazione di post raccolta risulta fondamentale per reintegrare le quantità di elementi nutritivi asportati durante l’intero ciclo produttivo, soprattutto se in precedenza alcune buone norme preventive come concimazioni, coperture vegetative, diradamenti per il contenimento o irrigazioni sovrachioma non sono risultate sufficienti.
La concimazione di post raccolta concorre con il processo finale di maturazione dei tralci o capi a frutto e delle gemme, in modo che queste ultime abbiano a disposizione elementi nutritivi per accumulare sostanze di riserva utili. I vantaggi che ne conseguono sono una buona ripartenza nella primavera successiva e l’evitare possibili disformità di germogliamento.
In questa fase, le sostanze nutritive accumulate favoriscono il rinnovo dell’apparato radicale, aumentandone i capillizi e la superficie adsorbente di acqua e nutrienti per la primavera successiva. Gli obiettivi principali di questa pratica sono due:
- “ricaricare” le colture soprattutto in risposta a condizioni climatiche avverse, causa di un’eccessiva ossidazione dei fotosistemi e di un’attività fotosintetica molto intensa;
- ristabilire un rapporto bilanciato tra accumulo zuccherino e maturità fenolica. A questo proposito, il piano nutrizionale deve prevedere la frutta asportata, eventuali perdite per lisciviazione o volatilizzazione ed eventuali elementi presenti nel suolo ma non assimilabili.
Le soluzioni COMPO EXPERT per la concimazione di post raccolta
Il fertilizzante granulare a lenta cessione più conosciuto in agricoltura è NPK Original Gold®, che garantisce alla pianta l’apporto completo di tutti gli elementi nutritivi necessari senza perdite nell’ambiente. NPK Original Gold® si caratterizza per il potassio interamente da solfato e totalmente solubile in acqua, per l’azoto contenuto a lenta cessione da ISODUR®(isobutilidendiurea), per la caratteristica granulometria che si solubilizza rapidamente e, non ultimo, per le sue performance straordinarie in coltura:
- Azoto a lenta cessione ISODUR®
- Azoto a pronta cessione
- Fosforo altamente solubile e totalmente assimilabile
- Potassio interamente da solfato
- Magnesio, zolfo, microelementi (Fe, Mn e Zn) indispensabili per garantire un buon accumulo di sostanza di riserva.
Il lento rilascio dell’azoto è garantito da un processo chimico consolidato
NPK Original Gold®, applicato in post raccolta, stimola e prolunga la sintesi delle sostanze di riserva e il loro accumulo nella pianta, garantendo una maggiore resistenza agli stress ambientali.
Qualora invece la nutrizione al piede non fosse sufficiente o non la si potesse eseguire per svariati motivi (assenza di precipitazioni nel periodo di post raccolta, impossibilità di utilizzo di prodotti a titolazione, ecc.), si raccomanda la nutrizione fogliare e biostimolazione nel post raccolta con applicazioni di fertilizzanti/biostimolanti fogliari. Se impiegati con un apparato fogliare ancora attivo, essi supportano la pianta nell’accumulo delle sostanze di riserva per favorire un migliore ed uniforme germogliamento in primavera e la aiutano ad entrare nella fase di dormienza.
Nei casi in cui non sia quindi possibile effettuare una concimazione post raccolta con NPK Original Gold®, Vitanica® MC rappresenta la soluzione ideale: la sua particolare formulazione garantisce l’apporto di NPK (11-3-7), microelementi chelati e aminoacidi di origine vegetale. La componente biostimolante grazie all’estratto di Kelp amplifica il suo effetto: oltre a migliorare la nutrizione, aiuta la pianta ad accumulare molto più efficacemente le sostanze di riserva utili nell’annata seguente.
Basfoliar® Amino Cu è invece un prodotto con una formulazione a base di rame complessato con aminoacidi. La specifica componente rameica, oltre ad aumentare la sintesi delle proteine, permette la traslocazione di questo elemento all’interno della pianta, agevolando notevolmente la formazione di nuovi tessuti vegetali e la regolazione dell’apertura stomatica. La sua azione nutrizionale è essenzialmente legata agli aminoacidi, in particolar modo glicina, prolina e acido glutammico ed al suo pH ottimale (pari a 3-4), che impedisce problematiche quali filloptosi o scottature che hanno un impatto negativo sull’accumulo delle sostanze di riserva.
Nell’ottica della prevenzione delle microcarenze, Agrilon® Microcombi, consentito in agricoltura biologica, è il prodotto ideale e da sempre utilizzato dai professionisti. La sua formulazione unica che apporta microelementi chelati e ben bilanciati tra loro, con un ottimale rapporto tra MgO – Fe – Mn, concorre alla formazione e traslocazione delle sostanze di riserva. L’importanza e la purezza delle sue materie prime lo rendono altamente efficace in questa fase, anche con temperature elevate, e la sua applicazione compensa la somministrazione di elementi antagonisti che deprimono l’assorbimento di altri, come ad esempio il magnesio per il calcio. In particolare, la percentuale di magnesio contenuta nel prodotto consente di gestire il suo antagonismo con il calcio, la cui insufficienza in fase di post raccolta è causa di un più rapido decadimento della shelf life dei frutti (minore consistenza delle pareti cellulari e rammollimento della polpa più rapido). Questo elemento inoltre evita la compromissione dell’apparato fogliare per fenomeni clorotici, che si presentano tipicamente su actinidia, pero e melo. Ad esso si aggiungono ferro in forma chelata, che contrasta il fenomeno della clorosi ferrica nelle fasi successive, e manganese, funzionale per l’attività enzimatica nella fotosintesi.
In conclusione, l’utilizzo di prodotti granulari e ad azione fogliare/biostimolante COMPO EXPERT in post raccolta completa e supporta le piante nella fase finale, in modo da poter garantire un’ottima resa quanti-qualitativa nell’annata successiva, anche con danni da caldo e siccità apparentemente irrimediabili.